Spesso, preparando classi di yoga, mi capita di sfogliare fra i preziosi scritti di Patanjali, il padre dello yoga. Rileggendo, studiando e interpretando le sue frasi, i suoi versi, soprattutto quando parla di Svadyhaya (conoscenza e consapevolezza di sè) e Santosha (l’arte dell’accontentarsi ed essere grati) inizio dei viaggio interiori che mi permettono di vedere la vita e me stessa con altri occhi. Quante volta capita di passare dei momenti o delle fasi nella vita dove siamo stressati, confusi, fragili o semplicemente affamati di una direzione nuova da intraprendere. Quante volte capita di affrontare delle situazioni sfidanti che abbiamo scelto o degli avvenimenti che ci accadono e nessuno o “dio” sa perché. Quante volte capita di dubitare di se stessi senza apprezzare le proprie forze e limiti. Quante volta capita di vivere “all’esterno” lasciandoci abbagliare dalle vite di altre persone senza vedere e sapere quali sono le loro fatiche, i loro impegni e soprattutto i loro dolori. Ci lasciamo distrarre dalle sciocchezze, dall’esterno, ci facciamo prendere dal vortice degli avvenimenti della vita e ci dimentichiamo chi siamo e cosa siamo in grado di fare e di essere.
Poi ci capita di fermarci, perché lo scegliamo o perché non abbiamo altra scelta e in quel momento abbiamo il tempo per portare lo sguardo verso l’interno e osservare chi siamo. Chi sei realmente? Quali sono i tuoi talenti? Quali sono i tuoi limiti? Come vivi? Cosa desideri nella vita? In che direzione vai? Con il passare degli anni diventi sempre più saggia/o o rifai sempre gli stessi errori? Sei disposta/o ad osservarti con gli occhi dell’amore per essere sempre più consapevole e felice della tua vita? Apprezzi te stessa/o? Sei grata/o per quello che sei? Sei consapevole del fatto che la vita è breve ed è preziosa nonostante le turbolenze?
Sai di essere un essere magnifica/o, unica/o e non sostituibile? Si tu. Sei unica/o.
Con amore,
Maria Grazia